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7 mar 2009

Igor Mitoraj

Grande, anzi grandissimo Igor.
Ogni sua opera suscita pensieri di atavico catastrofismo ed immobile staticità corporea.
Ogni volta sembra di trovarsi nel bel mezzo di uno scenario post bellico.
Mi piace, mi piace mi piace.

Eppure il faccione che si trova all'entrata del quartiere Prati a Roma non mi da questo genere di sensazioni, sempre di Mitoraj si tratta, ma di un Igor più razionale e postmoderno, quasi un espressione fredda ed accademica. Di ben altro sarebbe stato capace questo fantastico tedesco dal cognome polacco (che ne svela le fiere origini), ma noi romani sappiamo accontentarci e ci teniamo il "modesto" faccione.

Fino ad oggi non avevo pubblicato queste immagini proprio perchè speravo, un giorno di fotografare dal vero quello che io ritengo il vero Igor Mitoraj, alla fine ho ceduto ed ecco il risultato.
Il fatto è che a me piacciono le installazioni, l'arte itinerante, come un mandala che poi alla fine si distrugge, lasciando un segno indelebile solo nella nostra memoria.
Prendo spunto da quest'ultima affermazione per anticiparvi che presto vi parlerò proprio della sconcertante arte tibetana del "Mandala", per chi non lo sapesse si tratta di autentici capolavori realizzati con granelli di sabbia colorata, tutti raffiguranti immagini geometriche che partono sempre da un centro universale intorno a cui tutto ruota simbolicamente, la cosa meravigliosa è che alla fine della realizzazione viene subito tutto distrutto con un semplice gesto della mano (vi ricordate la fine del film "il piccolo Buddha"?).
Le opere di Mitoraj, viaggiano molto, le trovi un pò in giro per tutto il mondo, ogni volta con impiego d'imponenti e costosissime spese di spostamento e d'installazione (meravigliose le ultime mostre nel foro romano ed in giro per la Spagna, ecc.).




Igor è stato capace di far parlare di se anche in Vaticano, in pieno XXI secolo la censura ecclesiastica ha colpito come ai tempi di Pio IV quando lo stesso ordinò a Daniele da Volterra di corire le oscene nudità sull'affresco michelangiolesco della cappella Sistina.
Nei musei vaticani ha avuto vita breve (solo tre giorni) "l'annunciazione" raffigurata da un superdotato arcangelo Gabriele e una Maria piuttosto tettona d'avanspettacolo... e pensare che al cardinal Ruini era molto piaciuta... l'Arte è Arte... ma il Vaticano è il Vaticano perbacco!
In fondo a noi cosa importa del giudizio altrui? Tanto meno di qualche bacchettone malpensante della curia. Ben altra cosa il mio giudizio, per esempio su Maurizio Cattelan (per me resta sempre l'artista più pirla ed insignificante della storia, vd. precedente articolo su di lui), ma quando parliamo di gente come Igor Mitoraj... guai a chi me lo tocca! Eccole qui a lato le immagini incriminate, avreste avuto voi il coraggio di censurarle? Ma fatemi il piacere!!!

3 commenti:

cielomiomarito ha detto...

La prossima volta che vengo a Roma mi toccherà spingermi fino al quartiere Prati.... :) Anche se ora come ora mi premerenbbe di più riuscire a vedere Giotto al Vittoriano... Buon lunedì!

El Pinacomedier ha detto...

Si, Giotto al Vittoriano è senz'altro una tappa obbligata se uno viene a Roma, senz'altro meglio della mostra sul Futurismo (con tutto il rispetto per gli artisti del ventennio).

El Pinacomedier ha detto...

X Francesco: se vuoi linkare Pinacomedia sulla tua pagina non ho nulla in contrario, perchè io faccia altrettanto dovrei almeno trovare interessante il tuo sito... Un giorno analizzerò la faccenda...