«Ho la consapevolezza di non essere responsabile di nulla». Così ha dichiarato il ministro Calderoli al Corriere della Sera poche ore dopo le sue dimissioni.
Da un politico, di qualunque bandiera, ci si aspetta qualcosa di più di una dichiarazione così qualunquista.
Milan Kundera invece scriveva nel suo celebre "Nesnesitelnà lehkost bytì" (L'insostenibile leggerezza dell'essere):
Se ogni secondo della nostra vita si ripete un numero infinito di volte, siamo inchiodati all'eternità come Gesù Cristo alla croce.E' un'idea terribile. Nel mondo dell'eterno ritorno, su ogni gesto grava il peso di una insostenibile responsabilità.
Nessuno, nella sua vita, sa mai cosa accadrà e come reagirà agli ostacoli che si troverà davanti, si cerca piuttosto di impostare se stessi ad un modello di comportamento adeguato, ma al momento del bisogno la maschera che ci siamo appiccicati addosso rischia spesso di cadere miseramente.
L'esempio di Calderoli, anche a rischio di sembrare offensivo nei suoi confronti, è rappresentativo della malattia che affligge il sistema di governo, non esiste più lo spirito di squadra (è mai esistito?) che dovrebbe coadiuvare gli sforzi del parlamento con il fine di governare e non di amministrare un Paese.
Chi governa un Paese è per forza responsabile delle proprie azioni, altrimenti è una contraddizione in termini.
Il tempo forse darà ragione a Calderoli, magari servirà per svegliare una politica troppo addormentata. Credo poco nelle elezioni, pur recandomi sempre alle urne perchè le ritengo un'istituzione sacrosanta, l'elettore è infatti troppo condizionato dall'istinto prima della ragione. Le ultime novità nel campo della psicologia affermano che seguendo l'istinto si sbaglia molto meno, non sono affatto daccordo, magari la penso troppo all'antica ma chi fa funzionare le meningi, secondo me, si comporta da Uomo e non da animale della giungla, come forse qualcuno ci vuol far diventare con questi discorsi ed affermazioni campate in aria.
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