Sempre inebriato dal fumo e dall'alcool, il grande orso si è spento definitivamente.
La storia russa è quanto di più complicato si possa immaginare, la maggior parte di noi, se fa mente locale nei suoi ricordi, potrà ripensare al lontano (mica tanto) 1991, quando, appena fallì il colpo di stato in Unione Sovietica, venne alla ribalta mondiale l'astuto Boris che, appunto, lo sgominò.
Ricordiamo alcune date:
Maggio 1990, Boris Eltsin vine eletto presidente del Praesidium del Soviet Supremo della RSSF russa;
Giugno 1990, Boris Eltsin dichiara la sovranità della Russia e si dimette dal partito Comunista;
09 Giugno 1991, in Italia, mentre in Unione Sovietica, il comunismo sta agonizzando, nasce il Movimento per la rifondazione Comunista, poi rinominato Partito di Rifondazione Comunista (forse c'entra poco con Boris Eltsin ma la vicinanza con le date che lo precedono e seguono m'incuriosiva);
12 Giugno 1991, Eltsin viene eletto con il 57% dei voti: Presidente della Repubblica Russa, il fatto storico è che quella fu la prima elezione a suffragio universale nella storia della Russia, ancora reggeva l'Unione Sovietica, con gli stecchini ma stava in piedi. Eltsin, che doveva la sua carriera politica a Michail Gorbaciov, cominciò a battere un tamburo dalla pelle sempre più tesa, mi spiego meglio: le critiche verso la politica della Perestrojka di Gorbaciov (non dovute ai contenuti ma alla lentezza con cui venivano portate avanti), si fecero sempre più pressanti, fino a condurre il grande dinosauro sovietico all'inevitabile estinzione;
01 Luglio 1991, viene sciolto il patto di Varsavia, la guerra fredda era finita da un pezzo e non vi era più motivo di esistere, almeno sulla carta perché la NATO era ed è ancora viva e vegeta, il patto venne firmato a Varsavia dagli stati del blocco sovietico proprio per bilanciare la potenza orientale a quella dell'occidente, con il suo scioglimento lo squilibrio ha assunto livelli quasi incolmabili, aprendo scenari impensabili sino ad allora, addirittura gli stati aderenti al patto di Varsavia entrarono, uno dopo l'altro, nella Nato (eccetto l'Albania, che si era già defilata nel 1968);
19 Agosto 1991, a Mosca viene tentato un colpo di stato, i golpisti sequestrano Gorbaciov, interviene Boris Eltsin che riesce, in soli tre giorni a ristabilire l'ordine ed a far liberare Gorbaciov sano e salvo, si preannuncia la morte (almeno in Russia) del Comunismo;
estate 1991, in tutto questo scenario d'apocalisse, uno dopo l'altro si staccano dall'Unione Sovietica, ormai alla deriva, gli stati che la componevano (non sto qui ad elencare le date);
23 Agosto 1991, ormai il caos regna, e in ciò che rimane dell'Unione Sovietica, scoppia la rivolta contro il partito comunista, sono assediate tutte le sedi e Michail Gorbaciov annuncia le sue dimissioni da segretario del partito, il partito comunista venne smantellato ed i suoi beni confiscati;
11 Dicembre 1991, nasce a Maastricht l'Unione Europea, io trovo che niente avviene per caso, soprattutto in scala geopolitica;
25 Dicembre 1991, Gorby si dimette da presidente dell'Unione Sovietica;
26 Dicembre 1991, l'Unione Sovietica è ufficialmente sciolta, l'URSS non esiste più, automaticamente la Russia resta l'unico grande paese potente del blocco ex Sovietico (come era sempre stato anche quando l'URSS era viva e vegeta), ed il siberiano Boris Eltsin è il suo capo indiscusso (57% di consenso elettorale, accresciuto dopo le operazioni anti-golpe del 19 Agosto);
Inizia in quel momento una nuova fase, ancora in atto, il consolidamento politico ed economico di una nazione troppo a lungo sepolta nella polvere dei dossier del KGB, gli ingranaggi erano assai arrugginiti ma in breve il gigante russo riesce a mostrare al mondo dei muscoli ancora scattanti, è bastato scrollarsi di dosso qualche decennio di guerra fredda e di arretratezza finanziaria.
Non sono mancati i colpi di coda dei nostalgici dell'URSS, venne votato un referendum dove si chiedeva se si volesse far continuare ad esistere l'URSS sotto una diversa veste, ossia di confederazione di repubbliche sovrane ed indipendenti (una sorta di Unione Europea sovietizzata), a sorpresa vinse il "SI" con il 70-80% dei consensi.
Boris Eltsin se ne infischiò del risultato del referendum e firmò in segreto lo scioglimento definitivo dell'URSS.
Nell'ottobre del 1993 ci fu una rivolta dei parlamentari contro le scelte del presidente Eltsin, il 5 Ottobre l'esercito russo inviò alcuni carri armati che cannoneggiarono il palazzo della Duma, morirono centinaia di deputati, nessuno si permise più di contraddire la nuova linea di pensiero del governo (chissà perché).
Nel 1994 Boris Eltsin inviò 40.000 soldati in Cecenia per impedire la secessione dalla Russia (la Cecenia si era auto proclamata indipendente nelle confuse fasi del 1991), scoppiò la I guerra della Cecenia, portò alla morte centinaia di migliaia di persone tra russi e ceceni fino alla firma di un trattato di pace nel 1997, la guerra divampò ancora nel 1999, ormai il vecchio "orso siberiano" stentava a reggersi in piedi, il conflitto venne gestito dall'arrembante Vladimir Putin, che allora era primo ministro nel governo Eltsin, gli succedette ufficialmente nel 2000.
Ora Boris è morto, solo la storia potrà dire se sia stato un grande uomo o solo un povero ubriacone, dubito che adesso si trovi in paradiso, me lo immagino, piuttosto, talmente inebriato dalla vodka da non essersi ancora reso conto di niente...
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