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18 nov 2007

Claudio Capotondi: "PORTAROMA"


Fiano, area di sosta dell'Autogrill, direzione Roma dell'Autostrada del Sole.
L'autostrada, si sa, non è un luogo, piuttosto è una dimensione, chi vive l'autostrada lo fa in modo veloce e fugace. Raramente ci si ricorda dei paesaggi che circondano i lunghi rettilinei su cui si sfreccia senza pietà. In questo modo la natura è violentata due volte: la prima quando si distrugge l'ecosistema con il nostro "progresso", l'altra, quando ormai la frittata è fatta, continuiamo a calpestarla con ignorante distrazione e offensiva leggerezza, un pò come passeggiare sulle bare dei morti davanti ai parenti.
In tutta questa visione apocalittica ti spunta fuori un Capotondi, 210 tonnellate di marmo di Carrara e Travertino romano scolpiti a forma di arco dal noto scultore di Tarquinia.
Nulla da eccepire, l'opera è grandiosa: si tratta di due monoblocchi di marmo di Carrara (provenienti dalla cava di Michelangelo), da 36 tonnellate ciascuno, appoggiati l'uno all'altro che si sorreggono a formare un arco, caratteristica definita dall'artista "rivoluzionaria", è l'assenza di chiave di volta, a loro volta appoggiati su basamenti composti da 3 blocchi di Travertino Romano per parte.


Adesso c'è da domandarsi: a che serve porre qui un'opera così grandiosa?
Assolutamente a nulla!
Dopo 7 anni che si trova lì mi sono finalmente preso la briga di andarla ad osservare da vicino, fino a toccarla.
Vi devo dire la verità non mi sono sentito molto emozionato nè intimorito dall'annunciata mole, anzi, collocata nel praticello d'ingresso dell'autogrill ispira quasi tenerezza, vedi l'inutilità dello sforzo d'artista.
Claudio Capotondi si sbraccia in scenate di riconoscenza verso il Comune di Fiano che gli ha permesso di realizzare la sua opera, quando invece si sarebbero meritati un calcio nel sedere a proporre un cotanto squallido sito ove collocare un'opera d'arte.


Io trovo che una qualsiasi espressione d'arte vada contestualizzata, non si può installare (adesso esagero) la Pietà di Michelangelo nel bel mezzo di una discarica e riuscire ad apprezzarne le magnifiche forme, così umane ed espressive, no! Il risultato sarebbe quello di vedere l'opera come un ammasso di pietra, e basta.
Personalmente trovo che anche i musei non siano i luoghi adatti ove poter apprezzare le opere d'arte, in particolare modo le sculture, ma a volte sono meglio di niente.
Ma voi vi immaginate l'effetto che avrebe fatto l'arco di Capotondi nel bel mezzo di una piazza (non conosco bene Fiano Romano, non so nemmeno se ce l'ha una piazza adatta), in un parco pubblico, a cavallo di una strada...
Insomma un arco è un arco, qui stiamo parlando di un bestione di 15x2,20 mt e alto 7 mt!!!


Comunque, nonostante tutto l'opera merita di essere andata a vedere, non fosse altro per il netto contrasto che scaturisce dal senso d'estrema immobilità dato dalla pietra saldamente poggiata sulla terra con il frenetico dinamismo delle macchine di lamiera che rombano sull'asfalto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Sig. .....

ho visto il suo servizio e mi piacerebbe avere con lei ulteriori contatti, ringraziandola copmunque dell'interesse per la PORTAROMA della quale potrei fornirle ulteriori informazioni.

Claudio Capotondi

El Pinacomedier ha detto...

La ringrazio per gli apprezzamenti, come avrà notato sono un blogger dilettante, infatti Pinacomedia non viene aggiornato costantemente, anche perchè altrimenti diventerebbe una testata giornalistica violando le attuali leggi sull'editoria.
Comunque mi piace tutto ciò che è rappresentato in modo artistico, adoro le installazioni temporanee e le sculture permanenti lasciate in giro per il territorio urbano. Io in qualche modo la conosco indirettamente e mi faceva piacere recensirla sul mio modesto blog.