Come prima reazione non si può che rabbrividire di fronte a tali decisioni, stiamo parlando di bambini, quindi assolutamente incolpevoli delle decisioni dei propri genitori.
La giusta reazione a questa scempiaggine non poteva che essere un immediato monito da parte del ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni per porre fine a tanta scelleratezza.
Ora il problema pare sia rientrato ma lo strascico ed il clamore che inevitabilmente queste notizie portano sempre con se penso che sia solo all'inizio, io credo poco alla casualità, piuttosto sono sempre più convinto che si tratti di un disegno studiato a tavolino per generare scontento.
La circolare di Letizia Moratti fa seguito ad una serie di ordinanze di matrice leghista emanate nella provincia lombarda, non è un atto isolato, è solo quello più clamoroso, come dire... la ciliegina sulla torta.
Prima di emettere giudizi occorrerebbe mettersi nei panni di chi vive in condizioni disagiate ed è costretto ad emigrare in terre lontane per sperare in un futuro almeno dignitoso, poi si trovano ad affrontare problemi come questo:
Milano, 14 gennaio 2008 - Ha perso il lavoro da colf durante la seconda gravidanza, ma con l'occupazione ha perso anche il permesso di soggiorno e quindi non trova a tenersi un lavoro in regola. Così una donna marocchina di 37 anni, in Italia da circa quindici, ora che il secondo figlio, una bambina, e' arrivata all'eta' da scuola materna, vorrebbe darle un'istruzione ma non puo' farlo...
È facile dare ragione a questo o a quello, poi bisogna viverle le situazioni per poterle capire, quello che fa paura non è una sciocca ordinanza priva di senso (lo voglio proprio vedere un immigrato clandestino che va candidamente ad iscrivere il figlio a scuola con la certezza che così si esporrebbe ad espulsione certa), sono piuttosto i pensieri che tali affermazioni generano nella massa.
Detto questo io penso che la "circolare di Moratti" sia stata piuttosto una trappola, in cui il "buon" Fioroni e tutta la sinistra ci sarebbe caduta dentro con tutte le scarpe. Il "ricatto" di Fioroni che ha minacciato la Moratti di ritirare subito la circolare altrimenti non sarebbero più stati erogati gli 8 mln di € di contributo statale alle scuole Milanesi, ha avuto l'effetto voluto ma ha poi generato un'onda anomala di scontentezza ed astio nei confronti del governo (che già non è visto granchè bene da quelle parti)...
La provocazione è un pò fortina ma in questi giorni, dopo che se ne sono sentite di tutti i colori, mi è venuta la curiosità di andarmele a leggere queste famose leggi razziali dell'Italia Fascista. Dopo averle lette non posso che ammettere che almeno quelle erano leggi che non davano adito ad interpretazioni, non c'era la possibilità di poterne equivocare il senso, se eri italiano (quindi anche ariano) avevi i diritti, se eri EBREO non potevi fare proprio nulla, ciò che avevi ti veniva tolto, lavoro, dignità, tutto, erano proibiti per legge persino i matrimoni misti, poi arrivò anche il momento delle deportazioni di massa, ma tutti pensavano che in fondo erano leggi giuste, la razza andava salvaguardata e protetta che diamine!PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DEGLI EBREI STRANIERI
Ritenuta la necessità urgente ed assoluta di provvedere;
Visto l'Articolo 3, n. 2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100;
Sentito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Duce, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro Segretario di Stato per l'interno;Abbiamo decretato e decretiamo:
Articolo 1.
Dalla data di pubblicazione del presente decreto-legge è vietato agli stranieri ebrei di fissare stabile dimore nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell'Egeo.
Articolo 2.
Agli effetti del presente decreto-legge è considerato ebreo colui che è nato da genitori entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione diversa da quella ebraica.
Articolo 3.
Le concessioni di cittadinanza italiana comunque fatte a stranieri ebrei posteriormente al 1í gennaio 1919 s'intendono ad ogni effetto revocate.
Articolo 4.
Gli stranieri ebrei che, alla data di pubblicazione del presente decreto-legge, si trovino nel Regno, in Libia e nei Possedimenti dell'Egeo e che vi abbiano iniziato il loro soggiorno posteriormente al 1í gennaio 1919, debbono lasciare il territorio del Regno, della Libia e dei Possedimenti dell'Egeo, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente decreto. Coloro che non avranno ottemperato a tale obbligo entro il termine suddetto saranno espulsi dal Regno a norma dell'Articolo 150 del testo unico delle leggi di P.S., previa l'applicazione delle pene stabilite dalla legge.
Articolo 5.
Le controversie che potessero sorgere nell'applicazione del presente decreto-legge saranno risolte, caso per caso, con decreto del Ministro per l'interno, emesso di concerto con i Ministri eventualmente interessati.
Tale decreto non è soggetto ad alcun gravame nè in via amministrativa, nè in via giurisdizionale. Il presente decreto entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge. Il Duce, Ministro per l'interno, proponente, è autorizzato a presentare il relativo disegno di legge.
Ordiniamo
che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a San Rossore, addì 7 Settembre 1938-Anno XVI
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