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10 apr 2008

Giuseppe Rogolino: monumento a Walter Rossi

Gli artisti "minori" mi fanno impazzire perchè gli manca sempre qualcosa per essere dei grandi geni.
In genere sono personaggi che nascono nel posto sbagliato nel momento sbagliato, come Giuseppe Rogolino che nel 1977 inizia il progetto di un grande monumento a “Ciro il Grande”, alto 30 metri, da porre nell’omonima piazza dell’Eur in Roma (vedi bozzetto), ma in Persia (Iran) stava salendo la contestazione contro lo Scià, considerato troppo filo occidentale, questo bastò per infrangere il sogno di Rogolino che non vide mai realizzata la sua opera magna.

Chi conosce la storia di Ciro il Grande capirà meglio i motivi di tale repentino dietro front. Cosa ce ne importasse a noi italiani di realizzare un'enorme raffigurazione di un antico Re Persiano nel centro dell'EUR resta un mistero.
Qualche motivo politico ci sarà stato, tanto è vero che l'ascesa degli Ayattollah al posto dello Scià (colpo di Stato del 1978 e sua deposizione nel 1979) determinò un brusco e strano dietrofront nella realizzazione dell'opera, forse si temette di irritare gli islamici che stavano diventando sempre più "integralisti". Lo Scià, Mohammad Reza, in quel periodo aveva accresciuto la collaborazione con lo stato Vaticano (tanto da farsi nominare cavaliere e difensore della Fede Cristiana nel mondo), magari qualche fanatico avrebbe potuto fare due più due e vedere nella realizzazione dell'opera un'omaggio allo Scià e quindi una pericolosa provocazione (con gli islamici non si scherza, come sanno bene Rushdie dopo aver scritto "Versetti Satanici" e Andy Luotto, vi ricordate quando quest'ultimo faceva l'arabo e diceva "popule arabe, tenti che qua ce piene per cule", un altro pò e ci lascia le penne... erano proprio gli anni '70/80), in fondo non avrebbero avuto torto...
Si calcola che dal 1953 al 1978 diverse centinaia di migliaia di persone siano state arrestate per reati politici e forse 300,000 torturate. Migliaia vennero uccise perché protestarono e molte altre migliaia furono giustiziate. L'opposizione esplose a fine 1978: Khomeini riuscì a ritornare in Persia (dopo un lungo esilio nella Citta Santa irachena di Najaf) e i soldati passarono dalla sua parte.
Mohammad Reza Pahlavi tentò di trattare, ma nessuno era disposto ad accoglierlo. Da rammentare che negli anni aveva accresciuto la collaborazione con lo stato Vaticano (tanto da farsi nominare cavaliere e difensore della Fede Cristiana nel mondo) attirandosi inimicizie negli stati di religione islamica. Nel 1979 dovette abbandonare la Persia e rifugiarsi precipitosamente negli Stati Uniti dove Jimmy Carter gli concesse asilo politico a condizione che vincolasse il suo patrimonio nelle banche statunitensi e che la sua famiglia soggiornasse negli Stati Uniti permanentemente (ad eccezione di lui e del primogenito che avevano solo un permesso temporaneo).
(fonte: Wikipedia)

Rogolino se ne fece comunque una ragione e divenne un bravo direttore artistico della RAI.
A me personalmente non interessa molto cosa fa Rogolino per campare, sono però rimasto impressionato dalla sua scultura in memoria di Walter Rossi.
Per saperne di più sul soggetto scelto da Rogolino per la sua opera cito la seguente fonte:
“Il clima di quello scorcio di settembre del 1977 era a Roma molto teso. Le azioni fasciste contro i militanti della sinistra si susseguono a ritmo serrato. Il 27 due studenti sono feriti a colpi di arma da fuoco all’EUR e la sera del 29 Elena Pacinelli, 19 anni, è colpita da tre proiettili in piazza Igea, luogo di ritrovo dei giovani del movimento. Per venerdì 30 viene organizzato un volantinaggio di protesta nel quartiere della Balduina. In viale medaglie d’oro i compagni di Elena, dopo aver subito un’aggressione con sassi e bottiglie partita dalla vicina sede del MSI, vedono un blindato della polizia avanzare lentamente verso di loro, seguito da un gruppo di fascisti che lo utilizza come scudo. Tra costoro c’è anche Andrea Insabato, autore nel 2000 di un attentato contro “Il Manifesto”. Dopo aver fatto fuoco contro i giovani di sinistra i missini arretrano, mentre gli agenti si scagliano su chi tenta di soccorrere Walter Rossi, 20 anni, militante di Lotta Continua colpito alla nuca. Proseguendo la corsa, il proiettile ferirà lievemente un benzinaio. Walter arriverà privo di vita in ospedale. Cortei e manifestazioni percorrono l’Italia nei giorni successivi, mentre sedi e ritrovi dei fascisti vengono devastati e dati alle fiamme. Durante i funerali 100 mila persone salutano Walter con le note dell’Internazionale. (da Reti Invisibili)

Rogolino ha fatto una scultura in pietra (marmo Peperino proveniente da una cava ai castelli romani, presso il comune di Marino) e bronzo molto comunicativa, sebbene sia assai scarna e grezza, l'artista ha voluto trasmettere la forza della gioventù (le piccole mani in bronzo) schiacciata dall'arroganza dei poteri forti ed occulti (il meteorite venuto da "chissà" dove).

L'opera è stata realizzata l'anno dopo la morte di Walter Rossi (avvenuta, come avrete letto, il 1977) e collocata dal Comune di Roma nell'omonima piazza nel 1979, la targa in memoria di Walter Rossi è stata aggiunta il 30 Settembre 2007 (nel giorno del 30º anniversario del suo assassinio, dopo che il restauro del monumento che era stato danneggiato e trafugato delle parti in bronzo da ignoti nel corso di quasi trent'anni.

Nell’intendimento dell’artista l’opera vuole esprimere l’azione devastante di un meteorite, metafora della violenza politica di quegli anni, che precipitato sulla terra provoca distruzione e dolore dai quali l’uomo, rappresentato dalle mani bronzee aperte e rivolte verso l’alto, cerca con forza di riemergere e sopravvivere.
(fonte: Romanotizie.it)

Sicuramente sarà una caso, ma trovo una strana simiglianza (concettuale ma non formale) tra l'opera di Rogolino e la "Nona ora" di Cattelan (che però venne eseguita da Cattelan 21 anni dopo).
In fondo è un monumento funebre, si potrebbe trovare in qualsiasi camposanto, infatti incute un senso di disagio e riflessione di una giovane vita spezzata. Mi fa tornare in mente la buonanima di mia zia Rosella che in quegli anni di piombo ripeteva fino alla nausea che era ora di piantarla con questi "rossi", "gialli", "verdi", "neri" (ancora non c'era Rutelli, il verde era un colore come un altro), si moriva anche solo per un'idea, come cantava il grande De Andrè, che diceva anche:
morir per un'idea
è bello e affascinante
per poco io morivo
senza averne avuta una...
Mia zia era veramente grande, sarà stato perchè dove viveva lei vedeva continuamente i giovani rovinarsi la vita per inseguire un ideale politico, ce n'era per tutti i gusti, allucinante.

Io in quegli anni ero piccolo ma ricordo bene alcuni episodi, anche vissuti personalmente, erano gli anni in cui uno stronzo qualsiasi si alzava la mattina e telefonava alla segreteria della tua scuola farneticando ci fosse una bomba, accadeva anche più di una volta al mese, o la tua scuola veniva circondata dalla polizia in assetto antisommossa perchè c'era una banda a mano armata che minacciava una strage (ero alle elementari e mi ricordo ancora l'ansia di tutte le maestre che cercavano di far finta che non stesse succedendo niente di importante, peccato che non potevamo uscire di fuori...).

L'opera di Rogolino mi mette addosso tanta angoscia, e anche se non posso dire di aver vissuto con la piena consapevolezza tutte quelle brutture degli anni '70 (ero troppo piccolo), me le fa rivenire alla memoria tutte insieme: mi ricordo dei temi che ci fecero fare quando rapirono Aldo Moro e lo ritrovarono morto, la bomba che fece scoppiare una sede politica sotto la finestra della buonanima di mia nonna Maria (scoppiarono tutti i vetri delle finestre, per fortuna mia nonna non si fece un graffio), le pallottole di gomma della polizia, ecc. ecc...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Interessante la sua analisi. Quando vuole sono disposto a colmare alcune importanti lacune. Ci sono caduto casualmente e con due anni di ritardo in questo spazio, ma la ringrazio perché mi ha riportato alla mente un periodo ricco di emozioni forti. Un'ultima cosa... Non esistono artisti minori o artisti maggiori, ma semmai artisti idealisti e artisti amministratori ...
di nuovo grazie
Giuseppe Rogolino

El Pinacomedier ha detto...

Il destino è sempre incredibile, proprio oggi sono stato a Piazza Walter Rossi e mi sono ricordato di quando ho scritto questo post.
Sono tornato a casa e mi è venuta la voglia di andarlo a rileggere e con grande sorpresa ho trovato il suo gradito commento.
Sono contento che lo abbia trovato interessante, io non sono nè un critico d'arte nè un esperto (certamente si capisce), però mi piace scrivere ciò che sento, cerco soprattutto di documentarmi.
Spero non si sia offeso per certe mie affermazioni...