Può succedere, però, che mi trovi combattuto tra il voler parlare bene di una cosa e non riuscire a farlo perchè l'idea è buona ma l'esecuzione no.
Mi spiego meglio, sarà bene entrare nel vivo dell'argomento, ossia: "la Ruta de la Paz", di Jimenèz Deredia, scultore Costaricano trapiantato a Carrara, nella cava di marmo (tanto per fare casa e bottega).
Il Palazzo delle Esposizioni accoglierà i progetti architettonici, le sculture in formato ridotto e le opere monumentali in bronzo appartenenti al gruppo delle Genesi, che costituiscono il fulcro delle nove installazioni de La Ruta de la Paz; nei Fori Imperiali, lungo la Via Sacra, saranno collocati 17 gruppi scultorei monumentali dell’artista Costaricano, il primo non europeo nella storia ad essere presente nella Basilica di San Pietro, con una scultura inaugurata da Sua Santità Papa Giovanni Paolo II nell’anno del Grande Giubileo.Questo, in poche parole, è il progetto di un artista sconosciuto al grande pubblico fino all'anno del grande Giubileo del nuovo millennio, ad alcuni, ancora oggi, il suo nome non dice nulla...
Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di belle arti di Carrara, dal 1980 al 1986 frequenta la facoltà di architettura all’Università di Firenze. Gli anni trascorsi a Firenze propongono stimoli intellettuali che mutano profondamente l’approccio di Deredia nei confronti dell’opera artistica ed immerso nel clima fiorentino, approfondisce il suo interesse verso il periodo rinascimentale.Ma Deredia non viene esattamente dal nulla...
Deredia è attualmente impegnato nell’attuazione de La Ruta de la Paz, un immenso progetto che prevede la realizzazione di nove complessi scultorei di grandi dimensioni che si snodano lungo tutto il continente americano, dal Canada fino alla Terra del fuoco in Argentina. In 30 anni di attività, l’artista ha scolpito e fuso in bronzo opere monumentali per musei e luoghi pubblici in 11 diversi paesi di Europa, Asia, Stati Uniti d’America ed America Latina, attraverso 34 mostre personali e più di 100 mostre collettive. Tra le principali città che ospitano opere da lui realizzate, si ricordano New York, Miami, Parigi, Monterrey, Londra, Lima, San Salvador, Managua, Murcia, San José, Guanacaste, Città di Panama, Verona, Isernia, Foggia, Caracas, etc..Non amo particolarmente questo artista, sicuramente lo conosco poco, probabilmente se non avesse "invaso" Roma con le sue opere non mi sarei dedicato più di tanto a lui (spero non si offenda).
Però lo ammiro perchè da sempre mi sgolo a ripetere che l'arte va portata in mezzo alla gente perchè quest'ultima non si scomoda ad andarla a "trovare".
Personalmente mi emoziona di più sbirciare dalla finestra del Museo Borghese e "rubare" la visione di sfuggita di Apollo e Dafne del Bernini, che non essere "aggredito" con installazioni provvisorie posizionate in modo che diventa impossibile non notarle.
Eppure ho scoperto che non tutti hanno questa sensibilità. Conosco persone che tutti i giorni passano a piazza Barberini e non hanno ancora notato il "lumacone" di Deredia, oppure fiancheggiano il Museo Borghese e non si degnano di buttare un occhio dietro le finestre. Allora non è tutto così scontato!
Porca miseria, siamo così tanto presi dalla nostra noiosa monotonia che non ci accorgiamo dell'arte neanche se ci viene sbattuta in faccia?
Non importa che giudizio si può dare ad uno come Deredia, resta sempre il fatto che il suo lavoro è colossale e mondiale, come si fa a restare indifferenti ed inconsapevoli?
L'arte non è più qualcosa per pochi, va fruita da tutti, DEVE stare in mezzo alla gente, non si può più sfuggire a questo.
Io odio chi genera scandali senzazionalistici per poterne cavalcare l'onda, tipo Maurizio Cattelan, che altro non è che un mediocre personaggio non artistico che sa molto bene come adattare l'eco dei media ai propri fini.
Deredia, al contrario, è uno che ama l'arte e soprattutto il suo popolo e la cultura sudamericana.
E allora ecco che avviene il miracolo, un giorno di una domenica di Luglio punto la sveglia alle cinque e mezza e prima ancora di sentirla suonare mi alzo alle cinque ed un quarto, tutto febbricitante...
Nonostante ero andato a cena fuori ed ero tornato all'una e mezza di notte, non ho rinunciato all'idea di andarmene in giro con le prime luci dell'alba a fotografare queste palle Costaricane o lumaconi di Deredia (come li chiamo io).
Vorrei anche ricordare, per chi non lo sapesse, che le palle del Costarica, che hanno evidentemente ispirato Jimenèz Deredia, sono delle curiose sfere di pietra perfettamente levigate che si trovano sparse in vari formati per tutto il Costarica ed in altre parti del sudamerica. Le hanno realizzate l'antico popolo dei Boruca circa duemila anni fa, da sempre appassionano studiosi e turisti. Per i Costaricani rappresentano una costante del loro paesaggio.
Deredia ne ha utilizzato la forma per rinchiudere o a volte liberare le proprie figure, così primordiali ed umane.
Tornando al racconto di questa strana domenica, sono uscito di casa all'alba e mi sono diretto in macchina alla meta più vicina: Piazza Barberini, che vedete qui sotto.
Sono rimasto colpito dalle luci dei lampioni ancora accesi con il cielo rischiarato dall'aurora mattutina, sembrava un quadro di Magritte (altro mio grandissimo amore artistico), con la notte rimasta intrappolata sotto agli alberi di Via Veneto che ancora non cedeva il posto alla prepotenza del giorno.
La scultura (che qui è in bronzo) mi è piaciuta molto, un pò meno la sua collocazione alle spalle del tritone di Bernini, di cui sembra guardargli il culo...
Inoltre non mi piace affatto il piedistallo rivestito di orrendo legnaccio, inaudita scelta poco artistica, così si perde tutta l'armonia della collocazione nel contesto urbano.
Comunque dopo averci riflettuto abbastanza mi sono ributtato in macchina e mi sono spostato in tutta fretta verso il colosseo, vicino alla Via Sacra, dove ci sono installate la maggior parte di queste opere dedicate alla Genesi.
Per prima cosa ho voluto "rubare" uno scorcio preso da colle oppio con il tele, che vedete qui sotto
poi mi sono avvicinato e mi sono emozionato all'idea di quale scenario meraviglioso abbiamo concesso a Deredia, penso il più bello del mondo, e lui sembra essersene ben accorto...
La foto qui sotto l'ho proprio "rubata": mi sono dovuto arrampicare sul muretto che costeggia la parte alta dei Fori Romani ed infilare l'obbiettivo fra le sbarre dell'inferriata, rischiando di fare un bel volo o di venire arrestato dalle guardie (magari mi avranno pure filmato con le telecamere),
i Fori erano ancora chiusi (aprono alle 8.30 ed erano ancora le 6.30), io non potevo proprio aspettare la pipinara dei turisti, ma soprattutto l'orrendevolezza della luce in tarda mattinata...
Di foto ne ho fatte molte altre, ma non posso pubblicarle tutte, vorrà dire che dovrete venire a fare un salto a Roma per scoprire altre chicche, c'è tempo fino a Novembre.
All'inizio del post dicevo che non ho gradito l'allestimento della mostra. Forse è proprio questo il punto, sembra una mostra bislacca perchè sei costretto a girare tutta una città per visitarla, al tempo stesso ti accorgi che le opere non interagiscono con la città come dovrebbero. Forse questo accade perchè si tratta d'installazioni provvisorie, ma non mi sembra una giustificazione sufficiente.
Un turista giamaicano, giapponese, cinese o chissà di quale paese, pur con la sua cultura così differente dalla nostra, anche nel modo di vestirsi e di comportarsi, interagisce con la città che sta visitando molto di più di questi strani lumaconi montati sui loro piedistalli, che in confronto sembrano alieni spaesati. Tanto per cominciare avrei studiato qualcosa di diverso da questi cuboni di legno per elevarli dal suolo, e poi avrei cercato di collocarli in modo da adattarsi o anche "disaddattarsi" con lo scenario circostante, e non cercare di collocarli nel modo più visibile o gradevole e basta!
Chiedo scusa se sono troppo critico.
2 commenti:
Grazie per il giretto in questa Roma mattutina ... Lumaconi o non lumaconi, mi hai fatto venir voglia di far la veligia.... (sospiro)....
Ma che mi sei diventeta berese? (n.d.r. veligia).
Guarda che Rome by early morning è molto meglio che by night, fidati!
Quando tornerai nella grande mela prova a farti una passeggiata ai fori romani all'alba, poi passa per il ghetto dietro il teatro Marcello e vatti a prendere un cappuccino a Trastevere, poi ne riparliamo...
Magari di Domenica o Sabato mattina, già che ci sei butta uno sguardo al biondo Tevere... posti così al mondo non ce ne sono.
Scusami ma sono romano fino a dentro le viscere (anche se solo di seconda generazione).
Immagino che tu penserai lo stesso delle tue vallate (che tra l'altro io adoro tantissimo).
Ciao Cielo
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