Meliconi è tipicamente emiliano, del bolognese, di Bologna, Zola Predosa e Monte San Pietro, secondo un'ipotesi potrebbe derivare da un soprannome accrescitivo originato dal termine melica (mais), forse ad indicare nei capostipiti dei coltivatori di questo cereale, secondo un'altra ipotesi si tratterebbe invece dell'accrescitivo di una forma distorta del nome Melchiorre, che attraverso la forma apocopata Melchio diventa poi Melico.Finalmente sono riuscito a far inserire nel data base di cognomiitaliani la descrizione dell'origine del mio glorioso cognome.
Era da molto tempo che ci provavo, non solo avevo tentato anche altre ricerche di vario genere, non ero mai riuscito ad ottenere granchè. Avevo già capito che c'entrasse qualcosa la melica, però non ne ero certo. Ora so che persone molto più specializzate di me hanno formulato la mia stessa ipotesi. Più affascinante sarebbe la derivazione da Melchiorre, ma lasciamo questo alone di mistero.
Non sono citati personaggi storici di rilievo, evidentemente la mia famiglia è sempre stata modesta (a parte Loris Meliconi che ha fatto i miliardi con i salvatelecomandi, gli asciugainsalata, ecc.).
Io però voglio citare il grande partigiano Massimo Meliconi (detto "Gianni"), morto in battaglia il 14 luglio del 1944 a Via Oberdan (Bologna), in piena occupazione nazista.
Lui si che era un eroe, io in confronto mi sento un pulcino, certo erano altri tempi, c'era la guerra ed in molti si sono rimboccati le maniche. Non penso che uno si svegliava la mattina pensando "oggi vado a fare l'eroe".
Però era un periodo in cui si poteva dimostrare al mondo ed a se stessi che le cose possono essere cambiate se si lotta con un ideale ben scolpito in mente.
Io sono molto colpito dalle poche notizie che sono riuscito a raccogliere su una "medaglia d'oro" come il comandante "Gianni". Eppure nella mia famiglia (io ho questo cognome ed a volte sento la responsabilità di doverlo portare senza averne alcun merito), a malapena sanno chi fosse. Una strana famiglia la mia, ho quattro zii paterni, uno più bislacco dell'altro e mio padre la fa da padrone in quanto a scapestrataggine. Tutto nacque da una mia antica idea (mai abbandonata) di scrivere il nostro albero genealogico... voi non ci crederete ma mi sono dovuto arrendere al nome di mio bisnonno: "forse" si chiamava Mauro... Ma come forse? Chi di voi non conosce il nome dei propri nonni? Eppure nè mio padre nè i suoi fratelli hanno memoria storica della propria famiglia!
Massimo Meliconi era di Casalecchio di Reno, proprio come mio nonno Cesare Meliconi (morto nel '44, anche se per una grave malattia in un letto d'ospedale a Roma e non in battaglia). Chissà magari siamo parenti.
Meliconi è noto anche per il famoso personaggio di Alberto Sordi in "Una giornata in pretura": americà facce Tarzan, lo avete mai visto? Mitico Albertone, Nando Meliconi era un personaggio stratosferico, chissà come avrà scelto proprio il mio cognome (rarissimo).
Comunque gustatevi proprio la scena di Nando Meliconi quando si presenta al giudice, da piegarsi in due...
Alla faccia di Bossi e Castelli che odiano il romanesco nel cinema... Cosa dovremmo dire noialtri romanacci (se fossimo così ottusi come loro) di Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Rick e Gian, Mike Bongiorno, Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Luca Barbareschi, Vittorio Gassmann, (li ho volutamente citati alla rinfusa), non mi sembra che ci sia un predominio di romanacci alla ribalta, non ho citato gli attori del sud perchè qui la polemica è proprio dei poveri nordisti che si sentono bistrattati dalle luci della ribalta, ma come? Non gli basta Berlusconi?
2 commenti:
Uh che bel post! E quanta carne al fuoco! :) Con ordine... Anche io sono appassionata di genealogie e sono riuscita a risalire fino ai miei trisavoli (come memoria familiare) … per risalire prima ancora dovrei andare a spulciare i registri parrocchiali e comunali. Mi riprometto sempre di farlo e non lo faccio mai...
Su Castelli e sulle sue esternazioni, premesso che a me viene l'orticaria appena apre bocca, sugli accenti e sulla parlate dialettali nel cinema qualcosa da dire ce l'avrei. Ricordo molto bene la fiction su Papa Giovanni e il fastidio che provai nel sentire la madre del futuro Santo Padre che uscita sull'aia chiamava il figliolo con uno spiccato accento napoletano. Lo stesso fastidio provato guardando il film “Per amore, solo per amore”, che sarebbe stato anche bello, non fosse per un San Giuseppe impersonato da un mirabile Diego Abbatantuono incapace però di esprimersi se non in milanese. Sarebbe così difficile tornare a frequentare le scuole di dizione che chiudono un po' di “e” e aprono un o' di “o” restituendoci una lingua, qualla italiana, così bella e melodiosa? Tornando al tuo cognome... la prima volta che preparerò le paste di meliga (ca?) te le dedicherò :)
Buon mercoledì!
Ammetto, mea culpa, mi sono fatto trasportare dalla passione, in fondo sono nato a Roma e vivo qui da sempre, amo questa città e guai a chi me la tocca.
Allo stesso tempo ti dirò, non sopporto chi vuole per forza ostentare il proprio dialetto o marca molto una certa cadenza, compresi certi romani (perchè poi il romano non è un vero e proprio dialetto).
Castelli e Calderoli hanno fatto degli esempi concreti su cui si potrebbe discutere quanto vogliamo ma poi si finirebbe con il dare ragione a loro (sarebbe meglio tacere allora).
Il problema è l'uso strumentale che i dichiaranti in questione fanno delle loro stesse affermazioni.
Cosa hanno recepito gli Italiani da questa polemica?
Tu hai ragione Cielo a sentirti raccapricciata a sentire parlare con "strane" cadenze personaggi da cui ti aspetteresti tutt'altri suoni vocali, anche a me fa un brutto effetto.
Io però, per non alimentare la VOLUTA polemica cercherò di stare alla finestra... però la tengo aperta :)
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