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13 apr 2010

American dream

Succede che incontri una persona che ti racconta di avere 21 anni e di avere vissuto gli ultimi 10 negli Stati Uniti. Questo ragazzo fa il culturista-imprenditore, un vero fusto pieno di muscoli ma anche di cervello, al suo cospetto si rimane davvero spiazzati.
In pratica quando viveva a Miami con la sua famiglia ha imparato a non porre limiti ai propri sogni, una volta tornato in Italia aveva in testa una cosa e l'ha subito messa in pratica.
Ora è il socio amministratore di una ditta che importa prodotti dietetici per culturisti, con un punto vendita nel quartiere Flaminio di Roma, ed è molto ben avviato, vive da solo e continua a studiare...
Quello che sto cercando di dire è che troppo spesso qui in Italia ci piangiamo addosso per tutte le avversità che ci piovono addosso impedendo la realizzazione dei nostri sogni. Siamo piagnoni, è difficile per la nostra cultura mettersi in testa l'idea di rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo, se poi si deve ripartire dal "VIA" per più di una volta nella vita allora entriamo di sicuro in depressione.
A me è successo di dovermi reinventare un lavoro una sola volta nella vita, è accaduto poco più di un anno fa, ora non mi posso lamentare, però è stata dura da dover accettare, soprattutto per la mia famiglia.
Per fortuna che mia moglie un lavoro ce l'ha e non abbiamo dovuto chiedere favori a nessuno, però il rischio di spaccare la nostra famiglia a causa di una notevole flessione economica c'è stato eccome.
Il baratro ci spaventa e ci immobilizza, nel momento del bisogno può succedere che invece di tirare fuori le unghie e i denti per potersi cavare dalle difficoltà ci lasciamo dominare da esse e molto spesso si soccombe.
In America il "Sogno Americano" ha subito un duro colpo in questi ultimi anni. Le cause vanno ricercate nella perdita di sicurezza dovute alle minacce del terrorismo, che punta senz'altro alla destabilizzazione dell'occidente, ma anche nelle scelte avventate degli speculatori, che non hanno saputo frenare in tempo le loro esagerate ambizioni.
Ora dal tunnel si intravede una luce, tanto è vero che gli speculatori si stanno riappropriando delle "praterie" lasciate incolte da chi non ce l'ha fatta ad arrivare fin qui, però "the American Dream" è di nuovo una realtà.
Forse il modello americano è privo di morale e difficile da condividere per la nostra cultura, certo è che da loro qualcosa da imparare c'è sempre, sanno metabolizzare gli insuccessi e non si danno mai per vinti, lottano sempre per la vittoria... alla faccia di De Coubertain!

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