Dicembre si preannuncia ricco di eventi culturali, almeno dal punto di vista del substrato underground delle piccole associazioni culturali meno note, ma non per questo povere di idee.
La Galleria Cassiopea, in via Basento, 24 a Roma, organizza ormai da anni eventi culturali di vario genere a cui vi partecipano artisti noti o meno noti al grande pubblico, mantenendo sempre standard di alta qualità.
Questa volta il titolo dell'evento assomiglia a quello di un film di Lina Vertmuller (se non altro per la lunghezza), ma non fermiamoci alla superficie delle cose. A me non piacciono i titoli delle mostre, perchè creano delle aspettative che spesso vengono disattese. Io sono del parere che all'arte ci si debba avvicinare sempre in punta di piedi e con spirito di virginale inconsapevolezza. Bisogna avere la capacità di stupirsi per ogni piccola cosa come sanno fare i bambini.
Ogni opera d'arte è un oggetto che comunica con il mondo, è un'interfaccia parlante tra l'artista ed il pubblico che vi si trova davanti, l'artista ne è l'artefice che consegna alla storia i suoi pezzi unici. Qui non parlo di estetica, che è tutta un'altra storia, non c'entra nulla ciò che ci piace o meno, che rimane sempre soggettivo, ciò che intendo è la presa di coscienza che l'arte rappresenta per l'uomo il più antico dei linguaggi e per questo se ci si avvicina ad essa con spirito libero e sgombro da preconcetti giudicativi riesce sempre ad evocare i pensieri ancestrali più reconditi.
All'evento del 7 dicembre parteciperanno diversi artisti del panorama romano, tra di essi va senz'altro menzionato l'ormai noto al pubblico esperto: Piero Meliconi, di cui potete cominciare ad assaporare le sue due oniriche miniature.
Piero Meliconi, ormai centellina le sue presenze agli eventi culturali, e questo da un lato è un peccato perchè priva gli appassionati delle emozioni che le sue opere sanno suscitare, dall'altro è un bene perchè crea aspettativa e raramente si rimane delusi.
Questo non vuole togliere nulla al merito degli altri artisti che esporranno le loro opere al vernissage, va però considerato che troppo spesso si pensa che essere artisti significhi essere sempre presenti ed esposti, dimenticando che il lavoro dell'artista è dentro i laboratori, davanti alle proprie creature che nascono e crescono fra le loro mani e che poi vengono consegnate al secolo, è quello il momento che all'artista rimane la paternità ma non il possesso dell'opera (non parlo certo della vendita della stessa).
Piero Meliconi, ormai centellina le sue presenze agli eventi culturali, e questo da un lato è un peccato perchè priva gli appassionati delle emozioni che le sue opere sanno suscitare, dall'altro è un bene perchè crea aspettativa e raramente si rimane delusi.
Questo non vuole togliere nulla al merito degli altri artisti che esporranno le loro opere al vernissage, va però considerato che troppo spesso si pensa che essere artisti significhi essere sempre presenti ed esposti, dimenticando che il lavoro dell'artista è dentro i laboratori, davanti alle proprie creature che nascono e crescono fra le loro mani e che poi vengono consegnate al secolo, è quello il momento che all'artista rimane la paternità ma non il possesso dell'opera (non parlo certo della vendita della stessa).
Buon vernissage a tutti.
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