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5 mag 2006

I falsi Vescovi cinesi

C'è da domandarsi se si troverà mai una soluzione di fronte all'arroganza e la superficialità dell'uomo nei confronti dei sentimenti religiosi. Sono sicuro di commettere un erorre di valutazione storica, però il comportamento del governo cinese mi fa tanto pensare all'atteggiamento dei Romani di duemila anni fa quando pensarono di poter trattare la religione cristiana come una delle tante da aggiungere a quelle che già prolificavano a quei tempi.
Per chi non avesse ancora capito mi riferisco alla strategica pretesa politica del governo di Pechino di poter nominare vescovi prevaricando il Vaticano stesso, che, naturalmente, si oppone fermamente in quanto
nessuno al di fuori del Papa può consacrare o autorizzare la nomina di nuovi Vescovi.
L'esempio "più vicino" alla vicenda cinese è probabilmente quello che avveniva nell'XI secolo, quando l'imperatore
Enrico IV nominava i suoi vescovi-conti, e prima di lui la stirpe degli imperatori Ottoniani. A quell'epoca l'operazione aveva un senso politico, perchè assicurava il controllo continuativo dell'impero, infatti i vescovi conti, non potendo essi avere prole, alla loro morte restituivano il feudo nelle mani del potere centrale, si evitava così la spezzettatura dell'impero in una miriade di signorie locali, causa di sicuro indebolimento.
Enrico IV venne scomunicato ed arrivò addirittura a nominare un antipapa e ad assediare il legittimo Papa a Castel Sant'Angelo (Roma).
Ai cinesi la scomunica da parte del Papa sembra non sortire alcun effetto, anzi dopo la recente nomina di due Vescovi "fedeli al governo" ed immediata scomunica,
si progetta la prossima nomina di altri venti di essi.
Ministri di Dio fedeli al governo? Ma cosa significa realmente?
A dar retta alla retorica anticomunista si potrebbe pensare che si stia parlando di persone facilmente controllabili che operino con il solo fine del mantenimento del potere centrale (come accadeva nel Medioevo), forse è proprio così. Basta leggere i commenti che fanno i dissidenti in esilio dai vari paesi comunisti e socialisti attuali e del passato. Il fatto è che un regime in Cina c'è stato e c'è tutt'ora, diverso da quello spietato e crudele di Mao, ma ancora esiste.
Nell'ex URSS bastava parlare male del governo che ti spedivano in Siberia, in Cina si eseguono ancora esecuzioni in massa con processo sommario per reati politici (anche nei civili States non si scherza con certi temi, ma questa è un'altra storia, essa non è certo lontanamente paragonabile
a ciò di cui stiamo parlando.
Per chi volesse approfondire l'argomento ho trovato interessante l'articolo di
Sandro Magister, dal titolo: Nuovi Vescovi per la Cina di Domani.
A mio parere, Magister non riesce ad andare a fondo nei reali sviluppi di ciò che sta relmente accadendo in quelle terre lontane, credo che questa cosa sia difficile, e forse impossibile, a tutti noi occidentali.
Quel popolo, composto da quasi un miliardo e mezzo di individui, è da tempo immemorabile offeso e sottomesso dal susseguirsi dei diversi poteri, questi ultimi sempre imposti da classi dirigenziali che hanno saputo strumentalizzare l'ignoranza e la povertà di enormi masse di contadini. Il repentino cambiamento dell'economia cinese, che è passata da organizzazione rurale di tipo feudale, quasi senza passaggi intermedi, ad un'economia basata sull'industrializzazione, ha sicuramente provocato lo svilupparsi di un diverso modo di controllo dei nuovi cittadini. Le vicende che hanno visto la collaborazione dei colossi americani delle telecomunicazioni come Yahoo (Internet) e Skype (tecnologia Voip) nel fornire valida collaborazione al governo di Pechino, per reprimere ogni sviluppo, non certo per favorirne la loro diffusione, sono elementi che fanno capire fino a che livello si stiano spingendo i governanti cinesi, sicuramente preoccupati (ed hanno ragione ad esserlo) che simili mezzi di telecomunicazione possano essere utilizzati per scopi di propaganda anti comunista. Il controllo delle alte cariche religiose, nel caso specifico del nostro argomento il controllo assoluto dei vescovi cattolici, ha l'ovvio scopo di estendere i tentacoli del potere su ogni possibile elemento che possa generare dissenso e contropropaganda.
Sembra assurdo ma alcuni dei Vescovi già nominati nella chiesa ufficiale cinese sono stati convinti dal governo che in realtà la Chiesa approvasse la loro nomina.
La chiesa ufficiale cinese ha una struttura simile in tutto e per tutto a quella vaticana, l'unica incongruenza è che non è approvata da quest'ultima per motivi che possono sfuggire a molti di noi. A maggior chiarimento basti pensare che una chiesa ufficiale approvata dal Papa in Cina esiste, con tanto di Vescovi nominati a Roma. La "chiesa sotterranea", così è definita da alcuni, ha già alcuni milioni di praticanti in Cina, questi ultimi sono costretti a restare nascosti nell'ombra in quanto non tollerati dal regime, che li teme molto in quanto li considera spie occidentali.
Con il dovuto rispetto mi si passi la considerazione che simili atteggiamenti li stiamo assumendo ache noi occidentali nei confronti della religione musulmana.
Lotte fra religioni dunque? A leggere chi argomenta sul tema con piglio fantapolitico, qualcuno si è spinto molto in là. La semplice considerazione che se la maggior parte dei cinesi si convertisse al cristianesimo diverrebbe una comunità cattolica o protestante fortissima e molto influente. Si arriverebbe al punto che l'influenza di quest'ultima avrebbe ripercussioni su scala mondiale, tanto da sovvertire il potere religioso del Vaticano, considerato da alcuni troppo debole nella lotta all'espandersi del mondo musulmano.
Sono terreni pericolosi da percorrere e probabilmente privi di fondamento, seppur si contano meno di cento milioni di cristiani in Cina (tra seguaci dell chiesa ufficiale e sotterranea), essi rappresentano solo lo 0,07% dell'intera popolazione. Nella maggior parte dei casi sembra che il trasferimento dalle campagne alla città stia provocando il graduale impoverimento delle vocazioni e dei praticanti. Chissà allora perchè Pechino si infervora tanto. Questione di principio? Non credo, penso piuttosto che si tema molto il potere occidentale del Vaticano, più volte Pechino ha chiesto ufficialmente al Papa di interrompere i rapporti con Taiwan senza mai riscuotere successo, tanto per fare un esempio
il Vaticano è l'unico stato europeo ad aver riconosciuto lo stato indipendente di Taiwan. La Cina pretende di continuare ad avre il controllo sull'isola e di tornare un giorno a riannetterla al resto del paese.
L'argomento non è sicuramente esaurito ma penso ce ne sia abbastanza per poter fare qualche riflessione.

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