Chi vive a Roma non si rende conto quasi mai di quanta storia ha assorbito questa terra, quante storie e quanti racconti sono stati tramandati di bocca in bocca da padre in figlio, quante pagine sono state scritte, quanto sangue è stato versato, quanti amici, quanti nemici, quanti amanti, quante feste, quanti funerali, quanta gloria e quanta miseria o nobiltà abbia vissuto in queste strade, in queste piazze, in questi giardini, etcetera, etcetera.
Chi vive qui percepisce solo lo stress per il traffico di una grande metropoli, le tasse da pagare per i servizi che non funzionano mai, l'aria malsana, il lavoro nelle centinaia di migliaia di uffici piccoli e grandi.
Io invece, pur se riconosco di avere una cultura in materia piuttosto scarsa (ma chi può dire di sapere tutto di un argomento?), la maggior parte delle volte che mi sposto per questa grande città, sia dentro che fuori le mura, mi vengono in mente tutte quelle cose che dicevo prima.
Lo stesso luogo dove per ora vivo, nei pressi di Via Salaria o Salara, come veniva chiamata nell'antichità, suscita in me grande emozione.
La Via Salaria, nel suo percorso originario, svolgeva già per i territori lungo il Velino una funzione importantissima, essendo da sempre legata alle attività di trasporto e commercio del sale. Il percorso era praticato dai Sabini e già dal II millennio a.C. la via congiungeva il Tirreno all'Adriatico.
Fu l'imperatore Nerva che nel 96-99 d.c. ne modificò il percorso facendolo passare sul ponte Salario sull'Aniene, fino ad arrivare ad Augusto che diede il nome "Salara" a tutto la strada fino a "Castrum Truentinum" (l'odierna Porto D'Ascoli), prima si chiamava così solo il tratto fino a Rieti. La strada, proveniente dal Foro Boario prima usciva da Roma dalla parte di Villa Borghese, dove ora si trova la porta Pinciana sulle mura Aureliane, la modifica di Nerva fece si che il percorso si accorciasse passando in direzione di quella che in seguito si chiamò porta Salaria, sempre sulle mura Aureliane (oggi non c'è più, al suo posto è stata messa una targa), per poi proseguire lungo quella che oggi si chiama Via Nizza in direzione appunto del ponte Salario (anch'esso rifatto in epoche assai recenti per essere stato abbattuto prima dal barbaro Totila nel medioevo e poi da molti altri in seguito).
A vederla oggi non si ha proprio idea di quanto abbia significato nella storia antica questa via di collegamento per il trasporto del Sale, e non si pensa nemmeno a quanta importanza possa avere avuto nel passato questo preziosissimo minerale. A chi se lo stia ancora domandando gli rispondo in breve: il sale significava la sopravvivenza di interi popoli, infatti permetteva la conservazione dei cibi e quindi l'accumulo delle provviste per i periodi invernali e di carestia, serviva per la sopravvivenza delle greggi di ovini oppure per la conservazione ed il trasporto delle provviggioni delle truppe nelle campagne militari, che non era cosa da poco. Si può dire che il controllo delle vie del sale, ossia delle strade o percorsi che collegavano le saline ai centri abitati, avesse nel passato la stessa importanza che oggi ha assunto il controllo del petrolio e la sua distribuzione.
Lo sfruttamento e l'utilizzo del sale risale al periodo Neolitico ossia 10.000 anni fa, con la nascita dell'agricoltura, ne apprezzavano le virtù i Fenici, gli Egiziani ed i Sumeri.
In Italia esistevano saline già al tempo degli etruschi, le più famose si trovavano a Volterra.
Fu però l'impero romano ad incrementare enormemente la produzione ed il commercio del sale, già ai tempi del re Anco Marzio (641- 616 a.C.), si costruirono le prime saline ad Ostia, esse si sviluppavano su entrambe le sponde della foce del Tevere affiancando l'antica via Campania che dal Foro Boario, continuando il percorso della via Salaria, si dirigeva verso sud con la nuova via Ostiense. In questo modo Roma rafforzava il proprio approvvigionamento di sale e si iniziò la speculazione utilizzandolo come merce di scambio con gli altri popoli confinanti (Etruschi, Sabini ecc.).
Il sale era merce di scambio e quindi fonte di ricchezza per chi lo possedeva e d'invidia per chi era costretto ad acquistarlo.
Grazie all'intraprendenza delle prime tribù "romane" che seppero organizzare alla perfezione lo spostamento di enormi quantità di sale al sicuro dalle razzie dei predoni, sostituendosi con la forza e con l'astuzia a chi prima di loro si arricchiva con molta meno abilità ed intraprendenza con altri tipi di commercio, ossia gli etruschi, nacque quella civiltà che oggi conosciamo. La maggior parte del sale che passava di qua giungeva dalle saline di di Ostia e Porto, i carichi venivano trasportati via fiume fino a quello che divenne il Foro Boario, vicino il guado dell'Isola Tiberina e poi, con la Via Salaria, nell'entroterra sabino, fino ai piedi della spina appeninica dove si scambiava con merci sempre più pregiate. Prima dei romani gli scambi commerciali erano di altro tipo ed erano controllati dagli etruschi che sfruttavano altre vie di passaggio.
Finalmente, in epoca consolare venne completata la Via Salaria, che collegava Roma a "Castrum Truentinum", l'odierno porto d'Ascoli Piceno sull'Adriatico. Via Salaria è senza dubbio la più famosa delle vie del sale, che si svilupparono in tutta Europa utilizzata anche dai pellegrini nelle epoche successive per raggiungere i più importanti santuari.
La linea naturale che separava il nord dal sud era lo sbarramento costituito dal fiume Tevere, per oltrepassarlo si era obbligati a cercare i guadi naturali o utilizzare delle imbarcazioni, gli etruschi utilizzavano il guado di Ficana (vicino Acilia) o a Fidene dove convergevano tute le loro strade, quando i romani più tardi utilizzarono il guado dell'Isola Tiberina si rivelò essere una mossa strategica determinante per la nascita di una potenza all'epoca ancora inimmaginabile.
Il commercio, prima sviluppatosi principalmente lungo le coste si era spostato nell'entroterra, il Foro Boario divenne uno dei più importanti "empori" dell'occidente, qui si veniva per scambiare merci, concludere affari, si incontravano culture diverse, grazie alla "protezione" che quegli intraprendenti pastori montanari si erano inventati in questo incredibile territorio, chi voleva avventurarsi per altre strade o percorsi non correva il rischio d'incappare in brutte avventure, ne aveva la certezza.
Non solo la vendita del sale fece grande Roma è chiaro, però l'importanza di tale commercio è stata davvero fondamentale.
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