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25 apr 2007

25 Aprile: L'antifascimo "È" un valore


La storia non è stata inventata, la storia c’è stata, ci sono state persone che l’hanno vissuta, altre vivono ancora...
Come si fa ad affermare che l’antifascismo non è un valore? Oggi ho sentito al telegiornale qualcuno di destra affermare che siccome il comunismo è morto è giunto il momento di rivalutare senza tabù il periodo fascista, non sono state queste le parole ma il senso era più che chiaro.
Io appartengo a quella generazione che la guerra l’ha conosciuta solo grazie ai racconti di chi invece c’era.
Uno dei miei nonni, non l’ho conosciuto ma era di Casalecchio di Reno ed era un socialista convinto (come Massimo Meliconi morto il 15 Luglio 1944 in via Oberdan a Bologna in un combattimento contro i nazisti), quando dichiararsi tale non era come dire di essere Juventino o Romanista.
Ripeto, io non l’ho mai conosciuto, ho però conosciuto i suoi cugini. Una famiglia variopinta quella di mio nonno paterno, c’erano fascisti, comunisti, partigiani, ecc.
Due dei cugini di mio nonno che ho conosciuto erano socialisti, uno è stato prigioniero nei campi di concentramento tedeschi, a Mathausen per l'esattezza, non era un partigiano, apparteneva all'esercito regolare italiano (non era facile rifiutarsi).
Quello fascista non ho avuto il piacere di conoscerlo, morì fucilato o in qualche azione di guerra.
Mio nonno materno non ha mai fatto il soldato e non ha mai militato attivamente in nessuna fazione politica, le sue idee erano di sinistra (“ha da venì baffone” continuava a ripetere, alludendo a Stalin).
Quando il duce radunava gli italiani sotto il famoso balcone di Piazza Venezia lui era costretto a nascondersi in soffitta, pur di non andarci (tra le altre cose abitava a poche centinaia di metri da lì). Non era un vigliacco, semplicemente aveva una famiglia da mantenere, con moglie a carico e 4 figlie femmine. Fatto sta che non volle mai farsi la tessera del partito fascista... perse il lavoro da geometra delle ferrovie e si dovette arrangiare parecchio fino alla fine della guerra.
Io che non c’ero dovrei far finta di niente? A chi devo credere? Agli ex fascisti che adesso fanno la faccia da santarellini o alle parole di mio nonno, di mio padre, di mia madre, delle mie zie, eccetera, eccetera?
Oggi io ho quasi 40 anni e tre figli, il più grande è maschio e ha compiuto da poco 5 anni, stamattina ho voluto portare il figlio “grande” a Piazza Venezia, per fargli vedere la cerimonia della deposizione della corona di alloro in onore del milite ignoto.
A lui non è che importasse molto di vedere la corona di alloro, l’ho convinto a venire perché voleva tanto vedere le frecce tricolore. Siamo arrivati a Piazza Venezia alle 08.40, c’era pochissima gente, la piazza era tutta transennata per far passare solo le macchine delle autorità e delle loro scorte. Il presidente della repubblica, ex comunista, Giorgio Napolitano è arrivato intorno alle 09.15 e la banda ha intonato le prime battute dell’inno d’Italia.
Io e mio figlio eravamo lì in prima fila e mentre aspettavamo le frecce tricolore, che non arrivavano mai, lui mi ha fatto un sacco di domande, ad alcune non ho saputo rispondere, ma su una cosa ho insistito parecchio: oggi si celebrava la giornata della liberazione d’Italia dall’occupazione nazista causata dalla disastrosa politica fascista che aveva governato il nostro paese per vent’anni, vendendo fumo alle masse ignoranti e credulone.
Dentro di me ho sempre pensato che, forse, anche se Mussolini non si fosse alleato con Hitler, i Tedeschi ci avrebbero invaso lo stesso, ma almeno avremmo potuto intraprendere una resistenza non come popolo diviso, ma come una vera patria, senza fare le nostre solite figuracce all’italiana.
Più il tempo passava più la piazza si gremiva di turisti stranieri, passanti occasionali, ecc, in pochi erano venuti lì appositamente come me, ho visto pochissimi bambini, forse uno o due, questa cosa mi ha rattristato molto.
Non lo so se il prossimo 25 Aprile ci tornerò, magari potrei portare anche le altre due figlie, a me mio padre non mi hai mai portato a nessuna manifestazione del genere, almeno non me lo ricordo, io però appartengo ad una generazione che, ripeto, ha potuto parlare con i testimoni dell’epoca, i miei figli si devono fidare solo delle mie parole e dei propri insegnanti. Ormai i testimoni in vita stanno quasi scomparendo, l’unica forza rimane nel ricordo delle famiglie che hanno il DOVERE di tramandare ai propri figli, forse il comunismo è morto, ma non l’antifascismo.
Il motivo è semplice, le idee non muoiono mai, non possono morire perché sono state generate dalla mente dell’uomo, semmai si trasformano e si adattano alla storia, ecco perché comunismo e fascismo saranno sempre più che vitali, ecco perché l’antifascismo è un valore da non abbandonare mai.
P.S. le frecce tricolore non sono passate...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il bello :-( è che entro 20 anni non ci sarà più nessuno che porterà avanti l'antifascismo...