Ho trovato quest'articolo di "La Stampa" (ma tu pensa se un giornale serio si può occupare di queste cose..), risale al 13/04/2006.
da La Stampa: "Second Life: Sesso e prostituzione, ma solo per gioco"
Taboo Heart è una delle molte addette ai lavori che, ogni giorno, popolano il quartiere a luci rosse di Second Life. L'aspetto del suo avatar, inutile dirlo, è mozzafiato. Ma non è questo che fa la differenza in un mondo virtuale dove ognuno può scegliere il proprio look. «Mi piace mettermi in un angolo – racconta – e incontrare le persone che passano da quelle parti». Parla con loro di qualsiasi argomento, dice, ma non approccia mai nessuno per prima. Se un cliente vuole, deve cercarla. Può richiedere il prezzo e, in caso, c'è uno scambio preventivo di "note card", perché si sappia con chi si ha a che fare. Nella card di Taboo Heart, ad esempio, è specificato che fa parte del gruppo "Femmina Sesso-Accertato". Per non rischiare brutte sorprese, insomma.Insomma ero l'unico a non saperlo... anzi no, non lo sapevano neanche gli Avatar che ho incontrato e con cui ho parlato, evidentemente la percentuale di nuovi visitatori è molto elevata, comincio a credere che chi ritorna su Second Life dopo averla visitata un paio di volte sia veramente una piccola minoranza.
Una volta nella tranquillità di un albergo di Amster-Dame, il quartiere hard di Second Life, l'unico limite, più che la tecnologia, diventa così la fantasia. Il gioco mette a disposizione un set di posizioni standard, o anche più che standard, ma ogni escort, perché la concorrenza è spietata, può personalizzare liberamente il proprio avatar e le sue caratteristiche. Taboo Heart, ad esempio, racconta di aver programmato nuove azioni virtuali, sulle quali può non essere il caso di approfondire. «Ho anche importato immagini del mio corpo reale – aggiunge – per personalizzare ulteriormente le cose». Altre professioniste, durante l'atto vero e proprio, scelgono di riprodurre file sonori registrati dal vivo. Tutte le migliori, inoltre, vantano alcove altamente e raffinatamente personalizzate.
Second Life è veramente una bufala? Vi farò sapere.
Intanto, uscendo dal tema "sesso su Second Life" ma rimanendo nell'argomento "virtualità in Second Life", leggetevi cosa scrive Mario Gerosa, meglio conosciuto come "Frank Koolhaas" residente in Second Life, nella vita reale è giornalista caporedattore di "Ad" (architectural digest) ed esperto di culture digitali, è autore del primo libro italiano uscito sull’argomento: “Second Life”:
Per entrare in questa gigantesca comunità di utenti Internet basta poco: pagare, appunto, dieci dollari e dotarsi di un “avatar”, una sorta di alter ego con tutti i dati anagrafici precisi: un nome, un cognome, una identità, un sesso e precise caratteristiche fisiche. C’è totale libertà in Second Life se si fa eccezione per la lingua, visto che si comunica solo in inglese. Una volta costruita questa identità fittizia, si decide con chi comunicare e in quale realtà parallela muoversi. Al pari del mondo reale, in Second Life la molteplicità è regola. La differenza è che nessuno è per sempre legato a un nome o a uno stile di vita, visto che il cambiamento è continuo. Chi mantiene il look base è considerato uno sfigato, la creatività è fondamentale ed è un elemento che paga, poi se non ti personalizzi, non sei nessuno. (testo completo)Mi permetto di fare un appunto a quanto scrive Mario Gerosa: io non sarò esperto di SL ma vi assicuro che per registrarmi non ho sborsato neanche un centesimo, né reale né virtuale, inoltre ho comunicato parlando (anzi scrivendo) in inglese, si, ma anche in italiano e spagnolo...
Insomma, meditate gente, meditate... il virtuale è fra noi più di quanto non sospettassimo, se volete capirci qualcosa è meglio sperimentare anzichè leggere le esperienze di altri navigatori...
Non sapete come entrare in SL? Cominciate con il registrarvi: per iniziare cliccate qui, dopodichè vi verrà fornito un link dove troverete il software da scaricare (sono circa 50 Mb), esiste la versione Windows, Mac e anche una "alfa" per Linux.
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