RAGAZZI CALMA NON ERA LA FINALE!
Però che bello battere 2 a 1 il grande Real Madrid, sia all'Olimpico di Roma che al Bernabeu di Madrid.Ora siamo arrivati ai quarti e tutto può succedere, la finale non sembra più così lontana anche perchè uno dei candidati di maggior prestigio lo abbiamo fatto fuori proprio noi.
Caro Schuster (allenatore del Real Madrid ndr) ci dispiace averti rovinato la festa ma tu avresti dovuto stare più attento con le parole, non è carino dire ai giornalisti che "Roma è solo una tappa verso la finale di Mosca", certe cose stimolano l'avversario e poi bisogna dimostrare sul campo che si aveva ragione, con tutta l'ansia della prestazione...
Stavolta i compagni di "merengues" sono andati in bianco e hanno fatto cilecca.
Dormire sugli allori è sempre sbagliato, come ha fatto la Roma per aver pensato di aver vinto la partita dopo il gol di Rodrigo Taddei, neanche il tempo di esultare che il Real aveva subito raddrizzato l'incontro (peccato che Perrotta era morente in terra, nell'indifferenza dei madrilegni che invece sono andati dritti in rete).
Mirko, sei stato un gigante a ridare alla Roma la certezza di essere una grande squadra, ormai abbiamo imparato a soffrire fino in fondo, i crampi di Juan a metà secondo tempo dimostrano che la partita è stata intensa e giocata tutta di corsa, lo stesso Juan ha stretto i denti ed ha continuato a mietere gli avversari.
Stanotte faremo sogni di gloria, in fondo noi romani ci accontentiamo di poco, almeno fino a quando non cominciamo a crederci sul serio e quel momento non sembra lontano, Antonello Venditti fa ancora il cantante e il Circo Massimo non aspetta altro che riaccogliere i Maxi Schermi della prima finale di Champions League della storia della AS ROMA, dopo la disfatta ai rigori nella finale giocata all'Olimpico tra Roma e Liverpool (fini 5 a 3 per il Liverpool), quando la competizione ancora si chiamava "Coppa dei Campioni", era il lontano 30 Maggio del 1984, ed io stavo nel girone dantesco del Circo Massimo dalle 11.00 di mattina (la partita si giocò alle 21.00).
Tralascio il triste particolare che in teoria avrei dovuto assistere alla finale dentro lo stadio, ma che, grazie ad un mio ex amico che si chiamava Guido (non scrivo il cognome per pietà), all'ultimo minuto scambiammo i biglietti con un "bagarino" fuori dall'Olimpico per ottenere dei posti "migliori": i tagliandi si rivelarono falsi e venimmo bloccati all'ingresso (per comprare quelli veri avevamo passato la notte all'addiaccio, sotto le cariche della polizia con lanci di molotov....).
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