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13 mag 2008

Siccità: la Spagna a rischio razionamento

Pinacomedia si è già occupata degli sprechi idrici ("che fine sta facendo l'acqua?"), lo abbiamo fatto in modo un pò burlesco e dissacratorio. Evidentemente gli appelli del mondo a consumare meno acqua avevano un fondamento scientifico decisamente sottovalutato.
Ne sanno qualcosa in Spagna, a causa della siccità prolungata i bacini d'approvvigionamento acqua potabile della Catalogna (ndr Barcellona) si stavano quasi prosciugando, solo grazie alle piogge insistenti di questi giorni la situazione è migliorata, seppur di poco.
Stiamo parlando di crisi vera, proprio oggi è attraccata al porto di Barcellona la prima di una lunga serie di navi cisterna carica del prezioso "oro blu".
Sembra incredibile ma Barcellona rischia di rimanere a secco entro quest'estate.
Per ora la situazione è tamponata (a costi altissimi) ma cosa cavolo sta succedendo?
Sempre continuando a leggere le notizie ANSA si apprende che il problema è noto da tempo e che è già in costruzione un nuovo acquedotto che porterà l'acqua dal fiume Ebro.
Il "travaso" sembra non sia molto gradito da altre città come Valencia, ad esempio, che ha preso di mira le rigogliose acque dell'Ebro da parecchio tempo senza ottenere mai ragione, la concessione fatta a Barcellona sta scatenando le ire di chi vede un attacco politico contro le città governate dal Partido Popular (Valencia) a favore di quelle a guida socialista come Barcellona.
Senza creare stupidi allarmismi viene voglia di dire che il clima è da guerra civile, naturalmente tutto si risolverà in modo pacifico, come stanno dimostrando i fatti.
Situazioni simili esistono anche in Italia (vedi la Sicilia) però se ne parla poco e si fa ancora di meno, in Spagna qualcosa la fanno e non hanno l'usanza d'insabbiare i problemi senza trovare mai le soluzioni adatte, qui da noi, invece, con la nostra omertà imbecille siamo solo capaci di lamentarci al bar ed intanto i governi mangiano alle nostre spalle, magari progettando inutili ponti chilometrici e dai costi stratosferici (che poi no si fanno mai).

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