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3 set 2008

Per quanto tempo ancora dovremo chiedere scusa a Gheddafi?

Da anni i libici, per voce di Gheddafi, insistono su un grande gesto dal valore simbolico che l'Italia dovrebbe fare nei loro confronti per scusarsi di trent'anni di colonialismo. Il contenzioso con la Libia era stato chiaramente dichiarato chiuso con l'accordo siglato quando era ministro degli Esteri Lamberto Dini, ossia il 4 luglio del 1998.
Invece la faccenda non era affatto finita quando Massimo D'Alema, che si trovava "casualmente" in vacanza nel deserto libico, fu invitato da Gheddafi nel giorno di Pasqua dell'8 aprile 2007. Si parlò della costruzione di un'autostrada che l'Italia avrebbe dovuto realizzare con la solita tiritera del gesto "simbolico" e chiudere la faccenda una volta per tutte.
Non è chiaro quale fosse la verità italiana, ovvero se davvero D'Alema promise sul serio la costruzione di una autostrada dal confine tunisino a quello egiziano, fatto sta che il colonnello lo dichiarò fieramente ai 4 venti, facendo indignare tutti, soprattutto l'allora opposizione di destra.
"Quel memorandum congiunto del '98, riconosceva i "disagi e le ingiustizie causate ai cittadini libici durante il periodo coloniale" (nel testo non c'era la parola "scuse"), e prevedeva una serie di atti di riparazione, ma non la costruzione di un'intera autostrada", ricorda Dini. Il gesto più importante era la costruzione di un reparto ospedaliero a Bengasi, assieme ai visti d'ingresso per cure in Italia ai malati libici, la restituzione di opere d'arte libiche di certa provenienza.
Facciamo un passo in avanti, col cambio di governo in Italia (governo Berlusconi), Gheddafi riuscì a riaprire tutto: il ministro degli Esteri Renato Ruggiero nel 2001, in mezza giornata di visita al rientro da una missione in Sudafrica, inspiegabilmente riaprì il varco in cui i libici piazzarono la richiesta dell'autostrada.
Nell'ottobre 2003, in una difficilissima e malpreparata visita a Tripoli, Berlusconi venne messo sul banco degli imputati, fotografato accanto a Gheddafi con alle spalle le immagini dei libici impiccati dagli occupanti italiani negli Anni Venti. Anche Berlusconi non ebbe la forza di capire che, dopo aver chiuso il negoziato con Dini, Gheddafi lo stava riaprendo con la richiesta impossibile dell'autostrada. Un'offerta che l'ex premier ha ripetuto pochi giorni prima di lasciare Palazzo Chigi, nel marzo del 2006.
Ritorniamo a D'Alema, (lo avevamo lasciato alle prese con il colonnello a sorseggiare tè in mezzo al deserto), a seguito di quel suo incontro "improvvisato" sottopose a Gheddafi, e al suo ministro degli Esteri Shalgam, una bozza di trattato per chiudere definitivamente i contenziosi e rilanciare la cooperazione politica ed economica: non è chiaro se e come la Farnesina pensasse alla costruzione di un'autostrada (costo 3 miliardi di euro), ed eventualmente in cambio di cosa. Ma il ministro una promessa l'ha fatta: l'accordo questa volta venne sottoposto al giudizio del Parlamento italiano.
(notizie estrapolata da articolo del 10/07/07 su Republica.it)

Arriviamo al 31 Agosto 2008:
"Un'intesa dalla portata storica, se non altro perché chiude una polemica lunga quasi un secolo. Silvio Berlusconi e Muhammar Gheddafi hanno siglato l'accordo di amicizia, partenariato e cooperazione che di fatto segna una nuova importante intesa tra Italia e Libia. Un negoziato dai molti significati quello firmato a Bengasi. Su tutti, l'intesa messa a punto dai due governi che prevede investimenti di circa cinque miliardi di dollari in 25 anni destinati a numerosi progetti, tra cui la costruzione dell'autostrada costiera che attraverserà la Libia."
da TG.com
Gheddafi racconterà poi che sono servite «lunghe discussioni» per inserire una clausola nel contratto firmato da Berlusconi in cui l'Italia s'impegnava, non solo a non compiere mai atti ostili nei confronti della Libia, ma anche a non concedere mai più l'uso delle proprie basi alle forze NATO per lanciare aggressioni contro la Libia. Ciò di cui i libici volevano essere sicuri, ha sottolineato ancora Gheddafi, era che «né l'America né la Nato avrebbero usato basi in Italia contro la Libia». Dopo aver minacciato di non chiudere l'accordo e che le relazioni tra i due Paesi sarebbero state «ostili», alla fine l'Italia ha accettato, almeno da quanto sostiene lo stesso Gheddafi in un'intervista successiva all'incontro con Berlusconi.
da Messaggero.it
Fantapolitica? ^^

2 commenti:

cielomiomarito ha detto...

Facciamo uno scherzo al colonnello? Per costruire la sua mega autostrada gli mandiamo i responsabili dei lavori della Salerno Regggio Calabria? :)
Buon giovedì

El Pinacomedier ha detto...

SUPER LOL PER CIELO HAHAHAHAHAHA